Ripartire dalla formazione per contrastare il fenomeno
Ripartire dalla formazione per contrastare la corruzione in sanità, ovvero un 'buco nero' che assorbe ben 6 miliardi di euro annui, sottraendoli, di fatto, ai pazienti. Se a questa cifra si aggiunge poi il costo per sprechi e inefficienze, si raggiungono i 23 mld di euro secondo un'elaborazione di Transparency International Italia. A sensibilizzare medici e operatori, alla luce delle indicazioni del Piano Nazionale Anticorruzione 2016, il convegno "L'etica nella professione e nelle organizzazioni", organizzato dall'Associazione Medici Diabetologi (AMD).
Sviluppare una maggiore consapevolezza etica tra i professionisti della sanità per assicurare più appropriatezza delle cure e sostenibilità economica è un compito che, secondo il nuovo Piano Anticorruzione, spetta anche alle società scientifiche. "Non tutte le decisioni mediche sono codificate - spiega Maria Franca Mulas, coordinatrice Gruppo Diabetologia Misurata di Amd - in alcuni casi ci sono aree grigie del processo decisionale, situazioni in cui si deve far riferimento alla propria discrezionalità, ad esempio nella scelta del farmaco più appropriato o nel rapporto con le aziende farmaceutiche. In questa situazione entra in gioco l'etica. Ma a volte, inconsapevolezza e inerzia, contribuiscono alle storture del sistema".
Per questo, spiega la presidente Nicoletta Musacchio, "la nostra associazione si sta adoperando per rendere più trasparenti i comportamenti professionali dei propri iscritti". L'etica in sanità, dichiara Francesco Bevere, direttore Agenas, "impone la ricerca di un corretto equilibrio tra l'efficienza delle risorse impiegate ed i risultati ottenuti in termini di salute". Ma, sottolinea Lucia Borsellino, responsabile coordinamento programmi di sviluppo e ricerca Agenas, "i valori etici vanno espressi in pratiche che necessitano di approcci metodologici omogenei e trasferibili". Per questo, conclude la senatrice Nerina Dirindin (Pd), "affinché l'etica diventi un valore diffuso e concreto bisogna implementare azioni di formazione tra i professionisti".
"E' vero che quello della sanità è uno dei settori maggiormente a rischio corruzione, per l'ingente quantità di risorse che gestisce. Ma non può passare il principio che il nostro sistema sanitario sia un sistema corrotto", afferma Così Lucia Borsellino, responsabile coordinamento programmi di sviluppo e ricerca dell'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas). "Già con il Patto per la Salute e il Programma di Revisione della Spesa - ha spiegato Borsellino - è stata inaugurata una stagione che ha visto interventi incisivi nell'organizzazione sanitaria in tema di trasparenza delle procedure". Ma è compito dell'Agenas proseguire in questa direzione e "sostenere le Regioni nell'aiutare i professionisti a intraprendere le azioni virtuose più idonee". In questo senso, ha ricordato "l'intuizione dell'agenzia è stata quella di sottoscrivere un protocollo di intesa specifico con l'Autorità Anticorruzione". Perché "il nostro sistema sanitario - ha concluso - ha tutti gli strumenti per intraprendere tutti quei meccanismi virtuosi necessari per garantire trasparenza, organizzazione e buon esempio".
fonte: amd
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